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       Amarcord  | 
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      Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare l’amico Dino nei primi
      tempi del mio impegno pubblico e penso che meriti di essere ricordato come
      un uomo ricco di passione verso l’autentica politica.  Sono
      peraltro stimolato a scriverne anche in virtù dell’impegno assunto nei
      confronti del figlio Antonio che, ripetutamente, mi invita a comparare la
      politica di ieri con quella di oggi, ricordando i personaggi che hanno
      vissuto quel periodo da veri protagonisti.  
      Senza ombra di dubbio, si può testimoniare che Dino, degnamente, può
      essere annoverato tra questi nobili protagonisti, per aver donato tutta la
      sua vita alla politica. Per descrivere le sue qualità umane e
      professionali, il suo impegno, le sue caratteristiche peculiari, la sua
      forte passionalità, occorre inquadrarlo nell’epoca storica nella quale
      ha svolto l’attività politica.  
      Innanzi
      tutto occorre rievocare gli uomini politici eccellenti di quei tempi,
      espressioni delle diverse formazioni politiche in campo, con i quali Dino
      ha avuto un serrato confronto. Parlo dei Democratici Cristiani (Giacinto
      Genco, Andrea Giorgio, Francesco Lemma, Michele Berloco, Giuseppe Colonna
      e Vitantonio Vitale), dei Comunisti (Tommaso Clemente e Gennaro Pupillo),
      dei Socialisti (Armando Padrone e Gennaro Mininni), dei Fascisti (Filippo
      Plotino e Filippo Barone) e dei Monarchici (Conte Celio Sabini).  
      
      Siamo negli anni
      Cinquanta del secolo scorso e la democrazia faticava ad affermarsi;
      i protagonisti della Resistenza erano uniti nello sconfiggere il Fascismo
      partendo da diverse visioni ideologiche, da una differente concezione
      politica che portò ai grandi confronti – scontri ideologici. I comizi
      affollati celebrati in Piazza Duomo dall’amico De Lucia erano
      all’insegna dello scontro ideologico contro i Democristiani, contro la
      destra e, dopo, anche contro la sinistra massimalista.  
      Per oltre venti anni (dal 1952 al 1973) è stato Consigliere comunale
      attivo e presente, sempre con la stessa tensione e la stessa foga con
      la quale soleva arringare la folla nella piazza.  
      Nel 1964 toccò a me incontrare il Prof. De Lucia in Consiglio Comunale
      e non
      nascondo che quei miei primi passi li vissi con timore reverenziale e con
      grande soggezione perché toccai da vicino la Cultura politica e la grande
      arte oratoria dell’uomo di cultura,
      la sua straordinaria e profonda conoscenza dei fatti amministrativi e la
      sua capacità di persuadere la gente con argomentazioni coinvolgenti.  
      Era un capopopolo sia in piazza che in Consiglio. Molto conteso e
      richiesto per tenere comizi anche nei comuni vicini, per la Sua incisiva
      oratoria.  
      La mia frequentazione coincide, purtroppo, con la fase del Suo declino
      politico. Infatti, dopo la sconfitta elettorale come candidato alla Camera
      dei Deputati, subì duri contrasti all’interno del Partito Socialista,
      tanto da essere espulso.  
      Dino, che non poteva fare a meno di vivere per la politica, diede vita
      ad una nuova formazione, fondando ad Altamura la sezione del Partito
      Socialdemocratico di Saragat.  
      Questa scelta è da ritenere la sua ultima impegnativa battaglia, fatta
      sempre all’interno della Sinistra, per la presa di distanza dei
      Socialisti Italiani dai Comunisti e dal socialismo sovietico ed
      antidemocratico. Si era agli albori del Centrosinistra.  
      
      Il prof. De
      Lucia, devo dire, ha attraversato tutta l’evoluzione del socialismo
      italiano: dalla
      rottura del fronte popolare, alla adesione al Partito Socialista Italiano,
      al Partito Socialdemocratico Italiano, allo scontro all’interno dei
      Socialisti tra autonomisti e massimalisti, fino al ritorno negli anni
      Settanta nelle file del PSI che lo vide ancora protagonista sia pure per
      un breve periodo.   Assessore
      per un breve periodo al Comune di Altamura con la giunta guidata
      dall’Avv. Armando Padrone, manifestò grande attenzione ai problemi
      della collettività.  
      La cultura e l’insegnamento aiutarono sicuramente l’uomo politico a
      sopportare le amare delusioni delle sconfitte elettorali, che non mancano
      nel mondo politico e che non risparmiano nessuno.  
      
      Da forbito
      docente di Lettere fu apprezzato dai suoi allievi,
      per essere riuscito ad evidenziare in ogni lezione di letteratura italiana
      i risvolti storici ed i contenuti sociali che traspaiono in maniera netta
      dalle sue poesie, che sarebbe utile vedere ripubblicate. Soprattutto
      quelle attraverso le quali fa cantare «la Murgia» per riscattare
      il popolo murgiano dalla condizione di sudditanza.  
      Posso affermare con tranquillità, rispondendo alle domande dei figli, che
      l’amico Dino è stato un combattente che amava la vera politica,
      quella piena di valori ed idealità, che ancora oggi continua ad
      incontrare ostacoli, incomprensioni e a produrre sofferenza per chi la
      incarna con dedizione e disinteresse. Prof.
      Pietro PEPE Docente
      e Consigliere Regionale pag. 2 di 8 
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      A
      mio padre 
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